Tecniche chirurgiche

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Dott. Francesco Roselli - specialista in otorinolaringoiatria

TECNICHE CHIRURGICHE

Come abbiamo visto con il termine di rinoplastica si intende la modifica del naso o la sua plastica con indirizzo estetico. Vengono poi usate diverse terminologie in aggiunta per diversificare l’approccio chirurgico o le tecniche usate per arrivare al risultato finale.
In generale esistono tecnica chiusa o tecnica aperta. Cambia l’approccio chirurgico sin dall’incisione e dai differenti tempi chirurgici.
La tecnica aperta per tradizione viene usata nei paesi anglosassoni, in particolare negli Stati Uniti d’America. In Europa invece è più comune la tecnica chiusa. Al paziente nulla cambia, una non esclude l’altra, ne una è migliore o peggiore, è solo un approccio differente per il chirurgo, ciò che lui pensa sia migliore per il paziente o con migliori garanzie di risultato.
Nelle tecniche chiuse, come detto usate più comunemente in Italia, l’evoluzione invece è stata importante negli anni. L’obiettivo resta sempre il risultato finale che possa soddisfare sia il paziente che il chirurgo, ma ormai si cerca anche di essere meno traumatici possibili, con recuperi più veloci, così da permettere al paziente di potersi vedere meglio sin da subito e di poter tornare alle proprie attività il più rapidamente possibile.
La preservation rhinoplasty ha questa filosofia. L’idea di un approccio chirurgico dettato dalla maggior precisione nella dissezione dei piani di scollamento, il tentativo di conservare la maggior parte delle strutture integre, passare da una chirurgia grossolana ad una tecnica quasi microchirurgica così da avere recuperi migliori, più veloci ed anche con meno problemi di cicatrizzazione che è sempre causa di eventuali ritocchi a distanza. Proprio l’approccio conservativo però spesso impone un approccio combinato estetico-funzionale, il setto nasale e la settoplastica va quindi frequentemente abbinata alla parte estetica e quindi alla rinoplastica.

Nella parte respiratoria o funzionale anche le tecniche chirurgiche sui turbinati nasali inferiori hanno avuto molteplici cambiamenti e miglioramenti. Le nuove tecniche chirurgiche oggi si avvalgono di macchinari che, anche qui, producono meno “danni” possibili e sono molto più conservativi di un tempo, con recuperi spesso immediati e con la possibilità di evitare anche il posizionamento dei tamponi nasali.

La radiofrequenza classica, il coblator, la risonanza quantica molecolare, il plasma, la decongestione con il laser a diodi, sono tutte tecniche scelte dal chirurgo in base alla tipologia di problema, se usate bene danno tutte ottimi risultati e sono in generale tutte sovrapponibili a livello di risultati finali per il paziente.

Anche patologie più fastidiose come le sinusiti croniche o le poliposi nasali oggi vengono trattate chirurgicamente in endoscopia nasale funzionale sempre con il concetto di conservazione e preservazione delle strutture e dei tessuti sani. Anche nelle poliposi nasali ci si avvale di strumentari che permettono una più precisa pulizia delle fosse nasali come il microdebrider sempre associato all’endoscopio nasale che ci permette di arrivare pressoché in tutti i seni paranasali e quindi avere sempre una corretta visione di ciò che si sta eseguendo e quindi di essere più precisi, ciò comporta meno traumatismi della mucosa nasale, meno sanguinamento, meno sequele per il paziente.

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